Filtro carburante: che cos’è, a cosa serve e quando è necessario sostituirlo
Questo articolo ti permette di scoprire tutti i segreti del filtro carburante, ma soprattutto di sapere quando è il momento di cambiarlo.
Il filtro carburante può essere considerato la sola barriera che permette al motore di essere protetto rispetto alle impurità. Per questo motivo è consigliabile sostituirlo o una volta all’anno o una volta ogni 15mila chilometri. In particolare, il filtro serve a tutelare gli impianti di iniezione, vale a dire non solo il motore, ma anche le elettrovalvole, i regolatori di pressione, gli iniettori e le pompe.
Ci aiuta ad approfondire l’autoffina di Udine Autronica.
Le impurità nei carburanti
Le impurità sono presenti in maniera fisiologica nel carburante: in misura maggiore nel gasolio, ma anche nella benzina. Da dove arrivano tali impurità? In pratica, una volta usciti dalle raffinerie i carburanti sono sottoposti a diversi stoccaggi, dopo i quali arrivano nelle stazioni di servizio e da qui possono essere versati nei serbatoi dei veicoli. Si tratta di una lunga serie di passaggi nel corso dei quali i carburanti entrano in contatto con varie tipologie di impurità, quali la condensa e le morchie. Per di più, in Europa nel corso degli ultimi tempi si è aggiunta una sostanza contaminante in più, frutto della sintesi dei materiali biologici presenti. Per esempio dal mese di ottobre del 2018 nel nostro Paese hanno natura biologica il 7% del gasolio e il 5% della benzina; per il primo si usa il biodiesel, per la seconda l’etanolo.
Gli elementi vegetali nel carburante
Il problema è che gli elementi vegetali contenuti nei carburanti sono esposti all’azione batterica che deriva dalla moltiplicazione di funghi e microrganismi: questi causano la formazione nel serbatoio dei veicoli di mucillagini e funghi, anche in mancanza di luce. Ciò non vuol dire che l’etanolo sia dannoso, perché – anzi – garantisce molteplici benefici, grazie al contenuto elevato di ossigeno che lo contraddistingue. Per esempio, agevola la combustione dei carburanti di origine fossile, oltre a ridurre la concentrazione dei gas nocivi presenti nei gas di scarico, quali l’ossido di azoto e il monossido di carbonio. L’etanolo può essere ottenuto attraverso il riciclo dei residui della produzione di alimenti, ma anche dalla lavorazione delle alghe, della canna da zucchero, dei cereali, e così via.
La sostituzione del filtro carburante
Per arrestare le impurità, i filtri del carburante sono degli elementi di fondamentale importanza, anche perché fanno in modo che i motori possano essere protetti contro eventuali danni o malfunzionamenti. Al pari di qualunque altro tipo di filtro, anche quelli del carburante devono essere cambiati nel momento in cui diventano sporchi. Infatti, quando un filtro è usurato e non pulito, non è in grado di bruciare come necessario le impurità; di conseguenza si possono formare dei residui carboniosi pericolosi, tali da provocare dei danni al motore che poi renderanno necessari degli interventi di riparazione molto onerosi dal punto di vista economico. Questo è il motivo per il quale il filtro carburante deve essere sostituito con regolarità, in modo che gli impianti della macchina possano essere protetti: il che vuol dire poter contare su un motore in salute e su una spesa minore per l’assistenza.
Il biodiesel
Il biodiesel rispetto all’etanolo offre meno benefici, e addirittura porta alcuni problemi, sotto forma di processi di vegetazione che agevolano la formazione di impurità all’interno dei carburanti. Esso viene ricavato dal riciclo di oli di frittura, oltre che da grassi animali, dalle alghe, dalla senape e dagli oli di canapa, di soia e di colza. I processi di vegetazione dannosi iniziano, in base alle dimostrazioni verificate in laboratorio, nel momento in cui gli elementi vegetali restano fermi.